Intervista su Trasformatorio #1

Quella che segue e’ uno stralcio di un intervista richiesta da Nicola Belfiore per il giornale locale di Montalbano Elicona

Ecco le domande:

Questo è il secondo anno che Montalbano vi accoglie nel suo grembo e nel contempo arricchisce lo scenario culturale di Primavera. Perché Montalbano? 

Sono capitato a Montalbano per caso e per sincronia. Nel 2007 stavo girando un documentario sul futurismo e intervistai a Messina il professor Giuseppe Miligi, montalbanese, gia’ molto anziano. Mi scrisse una lettera un po’ di tempo dopo, che tra le altre cose mi diceva “la portero’ a Argimusco a vedere l’Etna e poi scenderemo a Montalbano”. Il professore mori’ quell’anno. Due anni dopo fui invitato a mostrare qualche frammento dell’intervista al castello dal prof. Ferlazzo Natoli e conobbi Natale Alosi, l’attivita’ del consorzio e nacque l’idea di portare trasformatorio a Montalbano, ad aprire la stagione.

Quali le tue impressioni sull’ambiente, sull’accoglienza e sulle condizioni di lavoro ?

Montalbano e’ un posto speciale. L’accoglienza straordinaria, al di la delle barriere linguistiche (due terzi dei partecipanti sono stranieri e non parlano italiano) o culturali. I montalbanesi si spendono spesso in prima persona per noi, per accoglierci, con curiosita’ e generosita’ di racconti e ispirazione. La capacita’ di accogliere e’ giustamente qualcosa di cui andate fieri. D’altronde non e’ facile portare il nostro modo di lavorare sui monti. Comporta molti sacrifici e difficolta’. Un cavo audio spezzato o perso rappresenta un dramma. E’ difficile raccontarsi ai cittadini in modo organico e il nostro e’ un laboratorio che ha bisogno di un po’ di tempo per “raccontarsi” ai cittadini.

L’anno scorso ho avuto il piacere di assistere ad una Vs rappresentazione che ho trovato veramente innovativa ed interessante sia sotto il profilo creativo che culturale. Qual è stato, invece,  il progetto di quest’anno ?

Quest’anno avevamo un lungo programma tecnico, oltre che a artisti partecipanti che si sono fatti ispirare dal ontesto per le loro opere. Abbiamo avuto un tempo difficile, molta pioggia e freddo, e abbiamo dovuto galoppare soprattutto gli ultimi giorni. I risultati ci sono stati. Abbiamo portato rete e posto d’ascolto audio dal castello fino a Argimusco con un ponte radio, lavorato notte e giorno sia al castello che ai megaliti. Abbiamo costruito sistemi sperimentali per fare suonare le pietre, per risuonare le cisterne del castello, una intera sala di registrazione ha funzionato in una torre per registrare audio per tutti i partecipanti. Moltissimo materiale sara’ disponibile nei prossimi mesi su www.trasformatorio.net e potete gia’ trovare molte fotografie on-line.
Informalmente, attorno al fuoco nel borgo si e’ parlato di sostenibilita’ e culture, tra artisti Finlandesi, Polacchi, Olandesi, Egiziani, Sloveni, Italiani e Siciliani, piu’ di 10 nazionalita’. Abbiamo incontrato e scambiato idee e tecniche con la rete di permacultura siciliana, che dal punto di vista ambientale propaga idee innovative e rivoluzionarie sull’uso del territorio. C’erano anche ospiti del vostro borgo dei rifugiati di altre nazioni africane con cui fermarsi a parlare, e le facce che conoscevamo del borgo dall’anno scorso con il loro sorriso e le loro storie.
Con il progetto Aretha di milano poi c’e’ stata una vera e propria sinergia: loro hanno non solo inventato e costruito un sistema acqua calda con il sole in modo del tutto autonomo, ma rappresentano un cambio di filosofia da propagare: autocostruirsi una centrale solare termica con i materiali piu’ comuni e di recupero e’ anche un gesto liberatorio, di cultura orizzontale, che abitua a considerare ogni risorsa come ricchezza e collega in modo evidente e vivo saperi vecchi e nuovi. La scoperta dell’acqua calda e’ piu’ di una metafora 🙂

Si può dire che Il Castello  è stato un protagonista importante nel vostro lavoro ?

Assolutamente. Per il secondo anno giorno e notte abbiamo usato il castello come una palestra concettuale e reale ad un tempo per “inventare i modi” di rapportarci a un sito di cui volessimo parlare con l’arte. Innegabilmente quest’anno lo abbiamo conosciuto meglio, usato di piu’. Peccato solo che non si sia potuto mostrare granche’ alla cittadinanza.

Mi chiedo senza un sito di tale “ingombro” il coinvolgimento emotivo e sensoriale degli artisti che hanno preso parte al laboratorio sarebbe stato lo stesso ?

Lo stesso no di certo. L’arte che ricerchiamo si propone programmaticamente di trasformare gli stimoli che trova, e il castello e’ una presenza fortissima. Ma non bisogna tralasciare il borgo, che abbiamo ritrovato piu’ vuoto purtroppo, e se possibile piu’ solo. Senza le persone e le loro attivita’ il borgo diventa spettrale.

Contrariamente all’anno scorso, quest’anno poche persone ci siamo resi conto , se non fosse stato per la vostra frequentazione in piazza, della presenza del trasformatorio a Montalbano, è stata una scelta ?

No. Noi siamo arrivati con la massima apertura, con una grandissima voglia di “diventare montalbanesi”, seppure per due settimane. Avevamo chiesto un’incontro con le scuole, e magari di ridurre a due o tre sere ma di fare lo stesso una piccola rassegna cinematografica. E’ sembrato che nulla fosse possibile, e la cosa mi ha un po’ rattristato. La metereologia poi non ha aiutato. Pero’ come sempre e’ la cittadinanza che ci regala direttamente e con generosita’ le soddisfazioni: il ballo di taranta offerto dal ristorante in piazza, con una liberatoria festa l’ultima notte, la concessione in extremis dell’uso di una casuzza da ristrutturare per una poetica trasformazione d’arte in una collaborazione tra Egitto e Polonia…

Quali i progetti futuri ? in questi è compreso il nostro sito di Montalbano?

Trasformatorio si muovera’ il prossimo anno replicandosi e mutando. Stiamo esplorando la possibilita’ di portare attivita’ in Egitto e nel nordafrica per l’equinozio d’autunno e riportare il lavoro degli artisti in sicilia a fine estate. Il sito di Montalbano e’ sempre nei piani, insostituibile per storia e bellezza; esploreremo nuovi modi di approcciarlo. Speriamo in una grossa partecipazione vostra, chiedeteci di piu’, unitevi a noi, mandateci i ragazzi con la curiosita’ e gli anziani con le storie, siate curiosi! Trasformateci anche voi come piu’ vi piace in storie, ricette di cucina, immagini, poesia, smargiassate, risate, lacrime, ricordi.

Nel ringraziarti per la tua cortese collaborazione ti porgo i mie più cordiali saluti e ne approfitto per dirti di farmi avere anche qualche foto. Ancora grazie.

Per le foto puoi guardare dal gruppo di Facebook https://www.facebook.com/pages/Trasformatorio/463092093708614?ref=hl
Se vuoi qualcosa in alta risoluzione fammi sapere. Con l’accortezza di chiedermi prima, alcune immagini sono (c) dell’artista di cui sono progetto e vorrei evitare che escano a stampa senza la sua autorizzazione.